Mangiare il pesce in gravidanza non è certo proibito: anzi, un apporto appropriato di questo alimento è necessario per integrare le sostanze nutrizionali di cui la futura mamma ha bisogno. Il suggerimento è quello di mangiare pesce non meno di due o tre volte alla gravidanza, non superando i 450 grammi. Sarebbe meglio, inoltre, evitare i pesci di importazione e privilegiare quelli italiani: il clima del mar Mediterraneo, infatti, favorisce l’evaporazione di molti componenti inquinanti, i quali – di conseguenza – finiscono per lasciare nei pesci meno tracce.
Pesci in gravidanza: quali evitare
Conoscere quali pesci mangiare in gravidanza significa anche sapere quali sono quelli che dovrebbero essere evitati: è il caso
- tonno fresco
- pangasio
- pesce spada
Tutti questi pesci hanno dimensioni importanti e tendono a vivere per lungo tempo: questo vuol dire che mangiano una maggiore quantità di pesce rispetto ad altre specie, e dunque nelle loro carni si deposita una dose superiore di metilmercurio e di altre sostanze inquinanti.
Quali pesci mangiare in gravidanza
Per quanto riguarda i pesci in gravidanza consigliati, vale la pena di menzionare in primo luogo il pesce azzurro, che vanta un elevato contenuto di proprietà organolettiche, dalla vitamina PP al magnesio, dal fosforo al potassio. Non solo: nel pesce azzurro sono presenti acidi grassi omega 3 e proteine che contribuiscono a rispettare il fabbisogno quotidiano di macronutrienti. Il magnesio e il potassio, invece, sono due minerali molto importanti perché rendono più agevole il parto e perché contrastano l’affaticamento della madre, in modo particolare nel corso degli ultimi tre mesi. Le capacità intellettive del feto, invece, possono essere favorite dall’acido folico e dagli omega 3, che sono sì grassi ma con un effetto benefico. Essi contribuiscono a contrastare la depressione e la dislessia e promuovono la concentrazione, sia nel neonato che nella madre dopo il parto. In mancanza di tali sostanze, il bambino può essere più esposto al rischio di schizofrenia, di disturbo bipolare o di asma.
Perché mangiare le alici
Chi vuole scoprire quali pesci mangiare in gravidanza non può fare a meno delle alici, che sono ricche di fosforo, di selenio e di zinco. Simili alle sarde, che però sono più grasse, le alici assicurano un apporto di proteine piuttosto elevato, a fronte di un contenuto di colesterolo ridotto. In esse è presente il ferro, che evita l’insorgenza dell’anemia nel neonato ed è utile anche per la donna che si prepara al parto e che deve rinforzare il proprio organismo. Nelle alici è apprezzabile, poi, il contenuto di iodio, che è prezioso per il corretto funzionamento delle ghiandole e per l’equilibrio endocrinologico, tanto per la mamma quanto per il bambino. E non è tutto, perché tali pesci comprendono anche il fosforo, il selenio e lo zinco, che proteggono il sistema cardiovascolare e hanno un ruolo primario nello sviluppo del sistema nervoso: insomma, riducono la predisposizione a ictus, infarti e patologie neurologiche.
Pesce in gravidanza: sì a trota e orata
La trota contiene omega 3 (specialmente nel caso della trota salmonata), i quali sono importanti per ridurre la pressione arteriosa: un aspetto da non sottovalutare, visto che nel corso della gravidanza i valori della pressione del sangue tendono ad aumentare. Povera di sodio, a differenza del pesce di mare, la trota è allevata e quindi non contaminata dal mercurio; volendo è possibile trovare sul mercato anche quelle certificate di produzione biologica. L’orata, a sua volta, è magra ma ricca di acidi grassi omega 3: in questo caso il pesce di mare è da preferire rispetto a quello di allevamento. Da non dimenticare, infine, il salmone, che protegge il cuore e le ossa del neonato, rendendole più sane e forti.